Gatti ibridi: belli e difficili

gatto bengala in giardino

I gatti ibridi stanno diventando sempre più popolari, ma allevarli e mantenerli non è un gioco da ragazzi.

L’idea di un leopardo acciambellato sul divano del tuo salotto incuriosisce anche te? Al giorno d’oggi sembra crescere sempre più l’interesse e il desiderio verso l’addomesticamento di animali esotici. Un esempio lampante ne sono i gatti ibridi, affascinanti frutti dell’accoppiamento tra gatti domestici e selvatici.

Leggendo questo articolo scoprirai tutto quello che è importante sapere su questi splendidi felini prima di decidere se è il caso di accoglierne uno, o più, in casa tua.

Gatti ibridi: di cosa si tratta precisamente?

Quando si parla di gatti ibridi ci si riferisce alle prime generazioni di gatti derivanti dall’incrocio tra un esemplare domestico e uno selvatico: solitamente è il maschio ad essere selvatico, mentre la femmina è una gattina domestica.

Il risultato? Un affascinante felino dal mantello fuori dal comune, con zigomi pronunciati e una corporatura spesso piuttosto imponente.

All’interno delle razze stesse, nel caso dei gatti ibridi si trova un’ulteriore distinzione, quella fata sulla base della generazione di appartenenza: gli esemplari nati dall’accoppiamento diretto con un gatto selvatico sono classificati come gatti ibridi di prima generazione.

Si tratta di un elemento importante, perché più alta è la generazione, più distante sarà il rapporto tra il gatto e l’antenato selvatico e di conseguenza minori i geni di quest’ultimo tipo.

In molti Paesi, Italia compresa, la detenzione di razze ibride è vietata per legge, non solo per i cuccioli in prima generazione (F1) ma fino alla quinta (F5): proprio a partire dalla quinta generazione, infatti, il gatto non viene più definito ibrido, ma viene considerato una razza a sé stante da viziare e coccolare come un gatto domestico a tutti gli effetti.

Storia dell’allevamento di gatti ibridi

Se pensi che il desiderio di sfoggiare un animale esotico sia una delle mode di questi ultimi tempi, ti sbagli di grosso. I gatti ibridi e le loro cucciolate suscitano infatti grande interesse e ammirazione già da parecchi anni, basti ricordare che già negli anni ’60 e ’70, negli Stati Uniti, sono stati organizzati incroci tra piccoli gatti selvatici africani e asiatici con esemplari domestici.

Sembra che inizialmente gli americani lo facessero solo per scopi di ricerca, senza alcun intento commerciale, ma bastò l’incrocio con un gatto leopardo asiatico selvatico a far cambiare immediatamente rotta.

I cuccioli nati nell’ambito di un esperimento scientifico per la ricerca di un vaccino contro la leucemia felina furono infatti ceduti a privati, che si innamorarono all’istante dell’affascinante mix tra l’aspetto esotico di un gatto selvatico e il carattere mansueto di un gatto domestico, rendendo così inevitabili sempre nuovi tentativi di incrocio.

Che razze di gatti ibridi esistono al giorno d’oggi?

Al giorno d’oggi, la lista delle razze riconosciute che possono vantare geni ibridi nel proprio DNA è davvero lunga.

Tra le più famose vale sicuramente la pena citare:

Il gatto Bengala è uno splendido incrocio tra il gatto leopardo asiatico e un gatto domestico, ed è una delle razze con antenati ibridi più conosciute.

L’aspetto esotico e la grande varietà di colori e disegni di mantello rendono questi piccoli leopardi da salotto davvero molto popolari.

  • Savannah

Il Savannah è il frutto dell’accoppiamento tra il gatto africano Serval e un gatto domestico: non è solo la più grande razza di gatto ibrido, ma anche la più grande di tutte le razze di gatto domestico riconosciute.

Questi gattoni leopardati raggiungono addirittura mezzo metro di altezza al garrese e possono misurare fino a 1,20 metri dalla punta del naso alla fine della coda.

  • Chausie

Il Chausie è un incrocio con un gatto originario dell’Egitto, molto apprezzato soprattutto nella sua patria, gli Stati Uniti.

Sebbene il mantello del Chausie non richiami immediatamente alla mente gli animali che corrono liberi nella Savana, i lunghi peli sulle orecchie lo fanno assomigliare a una lince. Gli zigomi marcati e la corporatura atletica aggiungono un irresistibile tocco di esotismo.

Il primo incrocio tra una femmina di Caracal e un maschio di gatto selvatico risale al 1998, all’interno di uno zoo di Mosca.

Neanche dieci anni dopo, alcuni allevatori statunitensi hanno tentato un accoppiamento simile, unendo un esemplare maschio di Caracal con una gatta Abissina. In Germania e in Austria, invece, si era pensato di provare a incrociare il Caracal con il Maine Coon, ma fortunatamente il progetto è presto naufragato.

Tra le razze ibride comparse negli ultimi anni ricordiamo inoltre il Kanaani, il Safari, il Bristol, il Viverral e il Tilaran.

Incroci a rischio

L’incrocio tra gatti selvatici e domestici non è un giochetto per passare il tempo, anzi, può diventare un bel problema, soprattutto quando gli animali differiscono notevolmente per dimensioni, lunghezza della gestazione e comportamento sessuale.

La gravidanza di una gatta domestica, ad esempio, dura dai 63 ai 65 giorni, mentre i Serval e i Caracal tengono più a lungo in grembo i propri cuccioli, solitamente dai 76 ai 78 giorni. Nelle prime generazioni è quindi abbastanza scontato aspettarsi complicanze alla nascita.

I Bengala, invece, sono praticamente gli unici esemplari selvatici ad assomigliare ai gatti domestici per quanto riguarda queste caratteristiche, e difatti in questi animali si osservano raramente complicazioni di sorta.

I Serval hanno un comportamento sessuale molto diverso da quello dei gatti domestici, pertanto può accadere che un Serval non sia in grado di riconoscere una gatta domestica in calore. Un intoppo non da poco se si desidera creare un allevamento!

Talvolta l’accoppiamento può essere ostacolato anche dalle differenze di dimensioni: una povera micia domestica potrebbe subire anche gravi lesioni per il morso al collo di un gatto selvatico durante l’accoppiamento.

Non è infatti difficile immaginare che un Caracal o un Serval abbiano una forza molto maggiore dei comuni gatti domestici, naturalmente anche durante l’atto sessuale.

Selvatici inquilini, difficili da controllare

In molti Paesi purtroppo il commercio di gatti selvatici accoppiati illegalmente è in piena espansione, a volte con conseguenze disastrose.

Molte persone che cedono al fascino di questi animali e li adottano senza informarsi sulla loro origine, soprattutto in merito alla generazione, finiscono per esserne completamente sopraffatte.

Soprattutto i gatti ibridi di prima e seconda generazione, infatti, mostrano ancora caratteristiche selvatiche molto marcate, che spesso rendono la convivenza con gli esseri umani piuttosto problematica.

Sono timidi e timorosi, non si lasciano toccare dagli estranei, sono attivi per lo più di notte e non risparmiano a nessuno un bel graffio ogni tanto: un inconveniente da non sottovalutare, non solo per te o per gli altri pelosi che abitano con voi, ma anche per i mobili, il parquet e perfino le pareti di casa.

Oltre all’atteggiamento talvolta aggressivo, un’altra sfida che questi bellissimi e complicati felini pongono ai propri umani è rappresentata dalla spiccata tendenza a marcare il territorio.

La conseguenza? Molti tra questi gatti ibridi finiscono ben presto in gattile.

gattino savannah sulla coperta
Una razza di origini ibride molto diffusa è il Savannah, la cui pelliccia maculata richiama immediatamente alla mente le sconfinate praterie africane.

Il prezzo dell’esotico

Gli allevatori seri e responsabili sono sicuramente al corrente di questa problematica e prima di consegnare i propri animali nelle mani del nuovo proprietario spiegano molto bene le caratteristiche e i pro e i contro della scelta.

I vari colloqui personali pre-adozione serviranno anche all’allevatore per capire se chi ha di fronte ha chiare le peculiarità e le esigenze di questi gatti così speciali e se sarà in grado di occuparsene come meritano.

Stai quindi alla larga da qualsiasi annuncio che non preveda il contatto personale con l’allevatore, ad esempio dalle offerte, spesso appetibili, presenti sul web.

Ciò che è importante quando si adotta qualsiasi peloso, ossia la documentazione ufficiale dell’animale, pedigree compreso, diventa fondamentale con i gatti ibridi, di cui è necessario conoscere con certezza le origini e la generazione precisa.

Il prezzo dipende dalla razza e dalla generazione del gatto: un gatto Bengala di quinta generazione proveniente da un allevamento ufficiale e riconosciuto, ad esempio, costa tra i 900 e i 1500 euro, mentre il prezzo di un Savannah, sempre di quinta generazione, parte dai 1500 euro a salire, anche di molto.

Cosa devo tenere a mente per il benessere del mio gatto ibrido tra le mura di casa?

In un certo senso, conoscendo la generazione a cui appartiene il tuo gatto ibrido dovresti già avere un’idea di quanto possano essere marcati i suoi tratti selvatici: i gatti ibridi delle generazioni più distanti, come la quinta e addirittura la sesta o ancora oltre, sono spesso tanto socievoli, coccoloni e affettuosi quanto i gatti domestici che tutti conosciamo.

Le loro origini, tuttavia, non vanno mai dimenticate e si ritrovano spesso in un’indole caratterizzata da un forte spirito libero e un costante bisogno di movimento.

Vorresti un gatto ibrido ma non hai alternative al tenerlo in appartamento? Non temere, se saprai garantirgli sufficienti opportunità di attività e svago, è una strada assolutamente percorribile.

Per farlo stare bene e sentire a casa, l’ideale è la convivenza con un altro gatto dal temperamento simile.

Per quanto siano sempre più addomesticati, di generazione in generazione, questi felini amano ancora arrampicarsi su alberi e mobili, saltare da una libreria all’altra e correre a più non posso tra le stanze di casa o nel verde del tuo giardino.

Se vivi nel centro di una grande città, dove sarebbe troppo pericoloso lasciar uscire il tuo peloso senza sorvegliarlo a vista, puoi creare per lui un giardino o un balcone a prova di gatto, dove possa sfogarsi grazie a diversi appigli per arrampicarsi e magari addirittura un piccolo laghetto per rinfrescarsi se e quando ne ha voglia.

Se ti capita l’occasione di adottare un gatto ibrido di generazioni più vicine alla prima, sappi che dovrai rispettare delle condizioni molto rigide, il più delle volte dettate proprio dalla tua tigre da salotto.

Si tratta infatti di gatti davvero esigenti, assolutamente inadatti alla vita come gatti domestici e da compagnia.

Il nostro consiglio è pertanto quello di cercare esemplari che appartengano almeno alla quinta generazione.

La giusta alimentazione

Tra le condizioni essenziali per una vita all’insegna del benessere, per gli animali così come per le persone, vi è un’alimentazione adeguata.

Nutrire i gatti ibridi, provenienti in linea diretta da gatti selvatici, è leggermente più impegnativo, perché potrebbero non apprezzare o addirittura non sopportare gli alimenti per gatti disponibili in commercio e preferire nettamente la dieta BARF.

Se decidi di optare per questa particolare filosofia nutrizionale, ricorda che si tratta di un tipo di alimentazione che ha bisogno di conoscenze specifiche alla base, per evitare che al gatto manchino sostanze importanti per soddisfare il suo bisogno nutritivo.

Se la tua vita quotidiana non ti permette di gestire al meglio una dieta di questo tipo, scegli sicuramente alimenti di elevata qualità.

L’alimentazione ideale per i gatti ibridi dovrebbe avere un alto contenuto di carne come fonte di proteine, frutta fresca, verdura e oli naturali.

Attenzione alla percentuale di cereali: meglio che sia bassa o del tutto assente, per evitare l’insorgere di intolleranze.

Tra le varie razze di gatti con geni selvatici, quelli che hanno la fortuna di poter cacciare in libertà integrano il menù con qualche topolino o uccello ogni tanto. Quando valuti la giusta razione da offrire al tuo peloso, ricordati di tenere conto anche di questi spuntini!

Un gatto ibrido è quello che fa per me?

Non c’è dubbio che gli animali discendenti dai gatti selvatici siano delle vere e proprie bellezze. Tuttavia la bellezza estetica non deve assolutamente essere il fattore determinante nella scelta di un animale, ben più importanti sono infatti le sue abitudini ed esigenze in merito alle cure e all’ambiente in cui vivere.

Assicurati di poter soddisfare i suoi bisogni principali: la tua casa è abbastanza grande da permettere al micio di muoversi liberamente tra le stanze, per non cadere vittima della noia?

Hai abbastanza tempo da dedicare ai giochi insieme al tuo gatto e per abituarlo alla convivenza con te?

Ti sei informato adeguatamente in merito alla sue esigenze di cura o alimentazione?

Guai a dimenticare che i gatti ibridi appartenenti alle generazioni dalla 1 alla 4 hanno dei tratti selvatici necessariamente molto marcati, pertanto il loro allevamento richiede una certa dose di esperienza.

Dalla quinta generazione in poi, i gatti ibridi sono considerati animali domestici e possono quindi essere tenuti di conseguenza.

Se l’idea di vedere un maestoso leopardo aggirarsi tra le stanze di casa ti alletta, ricorda di prendere in considerazione solo animali delle generazioni più tardive. Buona avventura!

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