L’idea di un leopardo acciambellato sul divano del tuo salotto incuriosisce anche te? Al giorno d’oggi sembra crescere sempre più l’interesse e il desiderio verso l’addomesticamento di animali esotici. Un esempio lampante ne sono i gatti ibridi, affascinanti frutti dell’accoppiamento tra gatti domestici e selvatici.
Leggendo questo articolo scoprirai tutto quello che è importante sapere su questi splendidi felini prima di decidere se è il caso di accoglierne uno, o più, in casa tua.
Sommario
- Gatti ibridi: di cosa si tratta precisamente?
- Storia dell’allevamento di gatti ibridi
- Che razze di gatti ibridi esistono al giorno d’oggi?
- Incroci a rischio
- Selvatici inquilini, difficili da controllare
- Il prezzo dell’esotico
- Cosa devo tenere a mente per il benessere del mio gatto ibrido tra le mura di casa?
- La giusta alimentazione
- Un gatto ibrido è quello che fa per me?
Gatti ibridi: di cosa si tratta precisamente?
Quando si parla di gatti ibridi ci si riferisce alle prime generazioni di gatti derivanti dall’incrocio tra un esemplare domestico e uno selvatico: solitamente è il maschio ad essere selvatico, mentre la femmina è una gattina domestica.
Il risultato? Un affascinante felino dal mantello fuori dal comune, con zigomi pronunciati e una corporatura spesso piuttosto imponente.
All’interno delle razze stesse, nel caso dei gatti ibridi si trova un’ulteriore distinzione, quella fata sulla base della generazione di appartenenza: gli esemplari nati dall’accoppiamento diretto con un gatto selvatico sono classificati come gatti ibridi di prima generazione.
Si tratta di un elemento importante, perché più alta è la generazione, più distante sarà il rapporto tra il gatto e l’antenato selvatico e di conseguenza minori i geni di quest’ultimo tipo.
In molti Paesi, Italia compresa, la detenzione di razze ibride è vietata per legge, non solo per i cuccioli in prima generazione (F1) ma fino alla quinta (F5): proprio a partire dalla quinta generazione, infatti, il gatto non viene più definito ibrido, ma viene considerato una razza a sé stante da viziare e coccolare come un gatto domestico a tutti gli effetti.
Storia dell’allevamento di gatti ibridi
Se pensi che il desiderio di sfoggiare un animale esotico sia una delle mode di questi ultimi tempi, ti sbagli di grosso. I gatti ibridi e le loro cucciolate suscitano infatti grande interesse e ammirazione già da parecchi anni, basti ricordare che già negli anni ’60 e ’70, negli Stati Uniti, sono stati organizzati incroci tra piccoli gatti selvatici africani e asiatici con esemplari domestici.
Sembra che inizialmente gli americani lo facessero solo per scopi di ricerca, senza alcun intento commerciale, ma bastò l’incrocio con un gatto leopardo asiatico selvatico a far cambiare immediatamente rotta.
I cuccioli nati nell’ambito di un esperimento scientifico per la ricerca di un vaccino contro la leucemia felina furono infatti ceduti a privati, che si innamorarono all’istante dell’affascinante mix tra l’aspetto esotico di un gatto selvatico e il carattere mansueto di un gatto domestico, rendendo così inevitabili sempre nuovi tentativi di incrocio.
Che razze di gatti ibridi esistono al giorno d’oggi?
Al giorno d’oggi, la lista delle razze riconosciute che possono vantare geni ibridi nel proprio DNA è davvero lunga.
Tra le più famose vale sicuramente la pena citare:
Il gatto Bengala è uno splendido incrocio tra il gatto leopardo asiatico e un gatto domestico, ed è una delle razze con antenati ibridi più conosciute.
L’aspetto esotico e la grande varietà di colori e disegni di mantello rendono questi piccoli leopardi da salotto davvero molto popolari.
- Savannah
Il Savannah è il frutto dell’accoppiamento tra il gatto africano Serval e un gatto domestico: non è solo la più grande razza di gatto ibrido, ma anche la più grande di tutte le razze di gatto domestico riconosciute.
Questi gattoni leopardati raggiungono addirittura mezzo metro di altezza al garrese e possono misurare fino a 1,20 metri dalla punta del naso alla fine della coda.
- Chausie
Il Chausie è un incrocio con un gatto originario dell’Egitto, molto apprezzato soprattutto nella sua patria, gli Stati Uniti.
Sebbene il mantello del Chausie non richiami immediatamente alla mente gli animali che corrono liberi nella Savana, i lunghi peli sulle orecchie lo fanno assomigliare a una lince. Gli zigomi marcati e la corporatura atletica aggiungono un irresistibile tocco di esotismo.
Il primo incrocio tra una femmina di Caracal e un maschio di gatto selvatico risale al 1998, all’interno di uno zoo di Mosca.
Neanche dieci anni dopo, alcuni allevatori statunitensi hanno tentato un accoppiamento simile, unendo un esemplare maschio di Caracal con una gatta Abissina. In Germania e in Austria, invece, si era pensato di provare a incrociare il Caracal con il Maine Coon, ma fortunatamente il progetto è presto naufragato.
Tra le razze ibride comparse negli ultimi anni ricordiamo inoltre il Kanaani, il Safari, il Bristol, il Viverral e il Tilaran.
Incroci a rischio
L’incrocio tra gatti selvatici e domestici non è un giochetto per passare il tempo, anzi, può diventare un bel problema, soprattutto quando gli animali differiscono notevolmente per dimensioni, lunghezza della gestazione e comportamento sessuale.
La gravidanza di una gatta domestica, ad esempio, dura dai 63 ai 65 giorni, mentre i Serval e i Caracal tengono più a lungo in grembo i propri cuccioli, solitamente dai 76 ai 78 giorni. Nelle prime generazioni è quindi abbastanza scontato aspettarsi complicanze alla nascita.
I Bengala, invece, sono praticamente gli unici esemplari selvatici ad assomigliare ai gatti domestici per quanto riguarda queste caratteristiche, e difatti in questi animali si osservano raramente complicazioni di sorta.
I Serval hanno un comportamento sessuale molto diverso da quello dei gatti domestici, pertanto può accadere che un Serval non sia in grado di riconoscere una gatta domestica in calore. Un intoppo non da poco se si desidera creare un allevamento!
Talvolta l’accoppiamento può essere ostacolato anche dalle differenze di dimensioni: una povera micia domestica potrebbe subire anche gravi lesioni per il morso al collo di un gatto selvatico durante l’accoppiamento.
Non è infatti difficile immaginare che un Caracal o un Serval abbiano una forza molto maggiore dei comuni gatti domestici, naturalmente anche durante l’atto sessuale.
Selvatici inquilini, difficili da controllare
In molti Paesi purtroppo il commercio di gatti selvatici accoppiati illegalmente è in piena espansione, a volte con conseguenze disastrose.
Molte persone che cedono al fascino di questi animali e li adottano senza informarsi sulla loro origine, soprattutto in merito alla generazione, finiscono per esserne completamente sopraffatte.
Soprattutto i gatti ibridi di prima e seconda generazione, infatti, mostrano ancora caratteristiche selvatiche molto marcate, che spesso rendono la convivenza con gli esseri umani piuttosto problematica.
Sono timidi e timorosi, non si lasciano toccare dagli estranei, sono attivi per lo più di notte e non risparmiano a nessuno un bel graffio ogni tanto: un inconveniente da non sottovalutare, non solo per te o per gli altri pelosi che abitano con voi, ma anche per i mobili, il parquet e perfino le pareti di casa.
Oltre all’atteggiamento talvolta aggressivo, un’altra sfida che questi bellissimi e complicati felini pongono ai propri umani è rappresentata dalla spiccata tendenza a marcare il territorio.
La conseguenza? Molti tra questi gatti ibridi finiscono ben presto in gattile.