I caldi mesi estivi invitano te e il tuo amico di zampa a fare lunghe passeggiate in mezzo alla natura. Sfortunatamente, da questa gita il tuo peloso potrebbe portare a casa un ricordino non proprio piacevole: una zecca. Se qualche giorno dopo essere stato punto da una zecca il tuo cane comincia improvvisamente a zoppicare o ha la febbre, potrebbe aver contratto la temuta anaplasmosi canina. Leggendo questo articolo scoprirai tutto quello che c'è da sapere su questa malattia.
Sommario
- Quanto è pericolosa l'anaplasmosi per il cane?
- Sintomi: quali sono i segni più importanti dell'anaplasmosi?
- Diagnosi: come si riconosce l'anaplasmosi nel cane?
- Terapia: quali sono le opzioni di trattamento?
- Prognosi: quali sono le probabilità di guarigione?
- Cause: come si sviluppa l’anaplasmosi nel cane?
- Prevenzione: come posso proteggere il mio cane dall'anaplasmosi?
Quanto è pericolosa l'anaplasmosi per il cane?
Cominciamo con una buona notizia: sebbene i cani infettati dai batteri che provocano la malattia siano - soprattutto nei Paesi del Mediterraneo - piuttosto numerosi, solo pochi di loro contraggono effettivamente l'anaplasmosi. Inoltre, con il giusto trattamento, la malattia può essere curata.
Ciononostante, i sintomi dell'anaplasmosi possono essere molto gravi. Nel peggiore dei casi, la malattia può essere addirittura fatale. Nei pelosi più fragili c'è anche il rischio che l'anaplasmosi diventi cronica.
Sintomi: quali sono i segni più importanti dell'anaplasmosi?
Il batterio anaplasma colpisce i globuli bianchi e, così, si diffonde rapidamente nell’organismo. L’infezione può causare diversi sintomi. Tra i più comuni vi sono:
- infiammazione delle articolazioni (poliartrite) e febbre
- zoppia
- aumento della tendenza al sanguinamento a causa della carenza di piastrine nel sangue.
- carenza di globuli bianchi e rossi (leucopenia e anemia), che a sua volta causa altri sintomi quali debolezza, cattive condizioni generali di salute, perdita di peso, ritenzione idrica (edema).
- ingrossamento dei linfonodi (linfoadenopatia) con ingrossamento della milza (splenomegalia) e del fegato (epatomegalia).
Se il cane contrae l’anaplasmosi, la malattia si manifesta in modo acuto. La fase acuta è seguita dalla fase subclinica, in cui i sintomi si attenuano. Durante questo periodo, gli agenti patogeni vengono completamente eliminati oppure rimangono nelle cellule del sangue.
Se il sistema immunitario del cane è indebolito, ad esempio da un'altra malattia, l'anaplasmosi può anche diventare cronica. In questo caso, i sintomi gravi si presentano nuovamente.
Durante ciascuno di questi stadi può verificarsi il decesso, ma per fortuna accade piuttosto raramente.
Diagnosi: come si riconosce l'anaplasmosi nel cane?
L’anaplasmosi può causare sintomi diversi tra loro e somiglia ad altre malattie, come l'ehrlichiosi o la babesiosi. Una diagnosi corretta è, dunque, molto importante.
Se durante il colloquio con la persona di riferimento (anamnesi) e la visita clinica generale sospetta la presenza di questa malattia, il veterinario eseguirà diversi esami del sangue. Si tratta di esami che devono essere eseguiti in laboratori speciali e di solito richiedono alcuni giorni.
Il metodo diagnostico più comune per identificazione l’agente patogeno è il test di immunofluorescenza indiretta. Questo test, però, può essere eseguito solo a partire dal decimo giorno dopo l'infezione, poiché prima di allora non è possibile rilevare le proteine protettive (anticorpi).
La diagnosi di anaplasmosi si considera confermata a partire da un valore dei titoli anticorpali di 1:100. Poiché il processo di produzione di anticorpi nell'organismo può essere rallentato, in caso di esito negativo il test va ripetuto dopo quattro settimane.
Oltre al metodo indiretto, gli agenti patogeni possono essere rilevati anche direttamente. A tale scopo si esegue uno striscio su vetrino o la PCR (reazione a catena della polimerasi).
Terapia: quali sono le opzioni di trattamento?
Il trattamento dell'anaplasmosi nel cane agisce su due diversi aspetti. Da un lato, vengono somministrati dei farmaci speciali per eliminare gli agenti patogeni.
A questo scopo, i veterinari utilizzano spesso degli antibiotici con il principio attivo doxiciclina o tetraciclina. Questi vengono somministrati per un periodo di circa tre settimane. Oltre a questi due principi attivi, è disponibile anche farmaci con principio attivo Imidocarb, efficaci contro i parassiti unicellulari.
Contestualmente, i veterinari trattano direttamente i sintomi, che possono essere alleviati con infusioni e trasfusioni di sangue. In presenza di forti reazioni infiammatorie, si utilizzano anche preparati a base di cortisone.
Importante: dopo ogni trattamento, il sangue va esaminato più volte per poter intervenire il più rapidamente possibile in caso di peggioramento.