Pesce pagliaccio: tutto quello che devi sapere sul tuo piccolo Nemo

pesce pagliaccio

La definizione di Pesce pagliaccio comprende in genere due delle più note specie di pesci anemoni (scientificamente denominati “Amphiprion”): l’Amphiprion percula e l’Amphiprion ocellaris, conosciuti rispettivamente come il “vero Pesce pagliaccio” e il “falso Pesce pagliaccio“.

Nel linguaggio comune, in realtà, si tende a raggruppare sotto il nome di Pesce pagliaccio tutte le specie di Amphiprion. Si tratta di un pesce marino che in natura popola gli oceani Pacifico e Indiano, Fortunatamente non è annoverato tra le specie a rischio di estinzione.

L’inconfondibile aspetto del Pesce pagliaccio

Il Pesce pagliaccio misura dai sette ai quindici centimetri. In questo piccolo concentrato di colore, a lunghezza del corpo è fino a 2,5 volte maggiore rispetto all’altezza. A seconda della specie, il Pesce pagliaccio può avere una colorazione nera, arancione, gialla o rossa, sempre con motivi a macchie e strisce.

L’Amphiprion ocellaris, volgarmente noto come il falso Pesce pagliaccio, si caratterizza per il colore di base arancione brillante e le tre strisce bianche trasversali. La striscia centrale forma una curva verso la parte anteriore del corpo.

Nel cugino “vero”, ossia l’Amphiprion percula, si notano invece anche delle strisce più scure e sottili a delimitare quelle bianche trasversali. Entrambi i tipi di Pesce pagliaccio presentano un bordo nero intorno alle pinne. Dell’Amphiprion ocellaris esiste un’ulteriore variante di colore, con la zona della bocca completamente nera.

Questo pesce ha una curiosa particolarità: tutti gli esemplari nascono maschi e possono trasformarsi in femmine solo una volta raggiunta l’età adulta.

Sono pesci che vivono in branco e generalmente l’esemplare più anziano (e quindi dal rango più elevato) è una femmina, seguita nella gerarchia dal maschio con cui si riproduce. Quando la femmina muore, è il maschio più anziano del branco a prendere il suo posto, trasformandosi però in una femmina. A quel punto, il secondo maschio più anziano all’interno del branco si sviluppa definitivamente diventando un individuo maschio sessualmente maturo.

gruppo di pesci pagliaccio

Quanti tipi di Pesce pagliaccio esistono?

I Pesci pagliaccio appartengono alla famiglia dei Pomacentridi e si suddividono in 29 specie, che si possono ascrivere ai cinque sottogeneri Actinicola, Amphiprion clarkii, Amphiprion ephippium, Paramphiprion e Phalerebus.

Le specie più comuni e conosciute sono appunto l’Amphiprion percula e l’Amphiprion ocellaris: queste due tipologie hanno dato al Pesce pagliaccio la fama di cui gode tutt’ora, grazie al film animato “Alla ricerca di Nemo”.

Un’altra specie che si può trovare di frequente negli acquari domestici è il Pesce pagliaccio pomodoro (Amphiprion ephippium), lungo circa 12 cm, con una sola striscia bianca profilata di nero sulla testa, oppure il Pesce pagliaccio bifasciato, di colore marrone aranciato, lungo circa 10 cm, proveniente dal Mar Rosso.

Qual è l’habitat naturale del Pesce pagliaccio?

I Pesci pagliaccio abitano le aree tropicali dell’oceano Indo-Pacifico e lasciandosi trasportare dalle correnti calde raggiungono le acque di Australia, Cina, Giappone, Indonesia, Taiwan, Thailandia, India, Malesia e Filippine.

La regione maggiormente popolata da questi coloratissimi pesci è quella che circonda la Nuova Guinea. Nella zona di Madang, ad esempio, si contano ben dieci specie diverse, seguita dalle Isole D’Entrecasteaux con otto specie.

In altre regioni, come a Guam, nel Pacifico occidentale, o nella Lizard Island nella Grande barriera corallina australiana, ne vivono cinque specie. Nel Mar rosso sono presenti due specie di Amphiprion mentre al largo delle Isole Comore solo una.

Purtroppo, sulle coste delle Hawaii il Pesce pagliaccio è considerato estinto.

Un’altra particolarità di questo affascinante e misterioso pesciolino è che le aree di diffusione dei due tipi più comuni non coincidono: mentre il “vero” Pesce pagliaccio è presente soprattutto nella zona della Nuova Guinea, quello “falso” si trova nel Pacifico occidentale e a Nord dell’Australia.

L’abitudine più famosa di questi pesci è la loro simbiosi con l’anemone di mare. Ogni tipologia di Pesce pagliaccio, per altro, ha scelto come habitat solo una determinata specie di anemone.

Mentre per qualsiasi altro animale marino i tentacoli dell’anemone sono urticanti, il corpo del Pesce pagliaccio è ricoperto da uno strato mucoso che lo rende immune al loro veleno e gli permette quindi di crearsi la propria casa tra le loro fronde. Gli esperti non sono ancora riusciti a chiarire come si formi questo muco, l’unica certezza è che non è presente sin dalla nascita: il Pesce pagliaccio lo secerne solo successivamente.

Alcuni tipi di Pesce pagliaccio necessitano di una fase di ambientamento per diventare immuni al veleno dell’anemone, altri invece possono nuotare nelle zone in cui è presente fin da subito.

La simbiosi con l’anemone è un’ottima arma a favore del Pesce pagliaccio: rifugiandosi al suo interno, riesce infatti a difendersi dai predatori più agguerriti, come i Pesci farfalla o lima.

Naturalmente anche l’anemone ha i suoi vantaggi: beneficia infatti del movimento dell’acqua generato dalle pinne del suo simpatico inquilino.

Inoltre, può capitare che il Pesce pagliaccio mangi i tentacoli morti dell’anemone o gli avanzi che l’anemone ha lasciato.

Ma l’aiuto più grande che il Pesce pagliaccio dà al suo grande amico anemone è attirare a sé, grazie ai colori sgargianti, i pesci predatori di cui l’anemone si nutre, oltre a fertilizzarlo con i propri escrementi.

I Pesci pagliaccio vivono in poliandria: una femmina convive infatti con più maschi in uno stesso anemone o in un piccolo gruppo di anemoni. La loro simbiosi dura solitamente diversi anni.

Di cosa si nutre il Pesce pagliaccio?

I Pesci pagliaccio sono onnivori e in mare si nutrono di piccoli gamberetti, plancton, alghe e copepodi, quindi di alimenti sia di origine animale che vegetale. In un acquario domestico, la loro alimentazione deve essere altrettanto varia, bilanciata e ricca di vitamine, naturalmente composta da prodotti sia animali che vegetali.

In natura il Pesce pagliaccio non si allontana mai molto dal proprio anemone per procacciarsi il pasto, anzi aspetta che sia la preda ad avvicinarsi. Da qui deriva il suo istinto di accumulare il mangime in eccesso. Un’abitudine da tenere a mente per organizzare l’alimentazione del tuo Pesce pagliaccio d’acquario.

Particolari attenzioni per la cura in acquario

Innanzitutto vogliamo essere chiari: avere un Pesce pagliaccio in acquario non è così semplice come forse può sembrare nel film “Alla ricerca di Nemo”. Prendersi cura al meglio questi pesci richiede in genere un po’ di esperienza, quindi sono più indicati per chi ha già dimestichezza con gli acquari marini.

Essendo animali abituati a vivere insieme a molti altri esemplari, non dovrebbero mai essere adottati singolarmente. L’ideale per loro è convivere con pesci della stessa specie, in coppia in caso di una vasca piccola, ancora meglio in gruppo se le dimensioni dell’acquario lo consentono.

Data la simbiosi con gli anemoni, la presenza nell’acquario di almeno una tra le tipologie più comuni si rivela fondamentale.

Puoi ricreare l’habitat naturale del Pesce pagliaccio scegliendo tra l’Anemone magnifica (Heteractis magnifica), l’Anemone gigante (Stichodactyla gigantea) e l’Anemone di Mertens (Stichodactyla mertensii).

Se infatti è possibile tenere tranquillamente un anemone in acquario senza un Pesce pagliaccio, meglio non azzardare il contrario. Attenzione, inoltre, alla scelta dell’anemone: alcuni Pesci pagliaccio possono convivere solo con una specifica tipologia.

Scegli un fondale in sabbia corallina ed evita assolutamente i coralli vivi: spostandosi, l’anemone potrebbe provocare ai coralli gravi bruciature e lesioni.

Gli anemoni sono esseri particolarmente sensibili: puoi evitare che cambino posizione troppo spesso all’interno dell’acquario mettendoli a contatto con una luce intensa e offrendo loro una corrente indiretta e delicata e un’acqua povera di nitrati e fosforo, ma ricca di ossigeno.

Il benessere degli anemoni influenza positivamente quello dei Pesci pagliaccio, pertanto con un anemone “felice” sarà più facile prendersi cura anche del suo inseparabile inquilino.

Per garantire ai tuoi dolci animaletti tutti gli agi che meritano, leggi anche il nostro articolo sulla qualità dell’acqua.

Un altro aspetto da valutare con cura è la dimensione dell’anemone, che deve essere adeguata al numero e alla misura dei pesci che lo abitano. Un anemone troppo piccolo rischierebbe perfino di cadere vittima innocente dei litigi tra i diversi Pesci pagliaccio che nuotano nell’acquario.

Questo pesce è infatti molto pacifico nei confronti delle altre specie, mentre talvolta non va d’accordo con i suoi simili. Se desideri quindi avere diverse specie di questo affascinante pesciolino, dovrai disporre di una vasca abbastanza grande per ospitarli tutti senza che si creino incomprensioni.

Temperatura dell’acqua e dimensioni dell’acquario

L’acquario che ospita il tuo Pesce pagliaccio deve avere una capacità di circa 200 litri. In realtà, i Pesci pagliaccio non sono dei gran nuotatori quindi le dimensioni non sono dettate dalla loro necessità di muoversi quanto invece dalla grandezza dell’anemone, di cui non possono fare a meno.

La temperatura dell’acqua dovrebbe corrispondere a quella a cui sono abituati in natura, aggirandosi quindi tra i 23°C e i 28°C.

Molto importanti sono anche i valori relativi al pH e al dGH, che dovrebbero avere rispettivamente un range tra 8,0 e 8,4 e tra 0 e 18.

Sembra scontato, ma ricorda che si tratta di un acquario marino, pertanto l’acqua dovrà essere prima di tutto salina, oltre che priva di sostanze tossiche e inquinanti. A questo scopo sono particolarmente utili gli impianti di osmosi inversa.

Guai a far nuotare anemoni e Pesci pagliaccio in acque dolci, per nessuna ragione.

Allevamento del Pesce pagliaccio: sogno o realtà?

Realtà! Il Pesce pagliaccio è tra le poche specie di pesci di mare che è possibile allevare in acquario.

Durante il corteggiamento della femmina, si assiste ad una spettacolare danza degli esemplari maschi. È sempre il maschio a ripulire il luogo in cui la femmina depone le uova, ai piedi dell’anemone, naturalmente dopo averle fecondate.

Il primo giorno le uova hanno un colore che va dal giallo all’arancione, mentre dal terzo giorno si fanno marroncine e si schiariscono sempre più, fino al momento della schiusa.

Nell’affascinante mondo riproduttivo dei Pesci pagliaccio, il maschio ha un ruolo molto attivo: deve agitare le pinne costantemente per far arrivare alle uova acqua fresca e ricca di ossigeno.

Dopo circa una settimana vedrai fuoriuscire le larve. Inizialmente, questi mini-pesciolini conducono una vita da plancton.

Questo stadio dura circa due settimane, periodo in cui se ne stanno al sicuro all’interno dell’anemone scelto dai genitori. Passate le prime settimane, i pesci escono e si mettono alla ricerca del proprio anemone.

Le larve, nei primissimi giorni, si nutrono di artemie appena nate. Dal dodicesimo giorno potrai iniziare a somministrargli mangime in polvere per pesci.

uova di pesce pagliaccio

L’aspettativa di vita

In natura, i Pesci pagliaccio possono raggiungere i dieci anni di età, mentre in acquario arrivano solitamente a circa cinque anni.

Non sono particolarmente delicati e non richiedono grandi attenzioni, a condizione che vivano in acqua salata e nel rispetto delle regole consigliate.

Ma se sono animali di semplice gestione, perché sono consigliati a chi ha già alle spalle una solida esperienza di acquaristica? A dire il vero, infatti, non è proprio il Pesce pagliaccio ad avere bisogno di grande attenzione, quanto invece l’anemone da cui non si può separare.

In ogni caso, che ospiti Pesci pagliaccio e anemoni o altre creature, l’acquario marino in sé non è adatto ai neofiti, per gli elevati costi di manutenzione e la grande cura che necessita.

Dove trovare il Pesce pagliaccio per il mio acquario?

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La maggior parte dei tipi di Pesce pagliaccio, a seconda delle dimensioni, costa dai 10 ai 20 euro, mentre per gli esemplari adulti o per le varietà più particolari si può arrivare a spendere dai 35 ai 60 euro.

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