Una delle situazioni più spaventose che chi vive con un gatto possa trovarsi ad affrontare è la crisi epilettica del proprio micio: improvvisamente il nostro amico di zampa giace a terra, in preda alle convulsioni, e noi ci sentiamo completamente impotenti. Scopriamo insieme come si può gestire al meglio l’epilessia nel gatto.
Sommario
- Ma cos’è l'epilessia nel gatto?
- I sintomi: come si manifesta l’epilessia nel gatto?
- Le cause dell’epilessia: perché il gatto si ammala?
- Come si arriva alla diagnosi di epilessia nel gatto?
- Le terapie: come si cura l’epilessia
- La prognosi: il mio gatto può guarire dall’epilessia?
- La profilassi: si può prevenire l’epilessia felina?
- Scheda dell’epilessia nel gatto
Ma cos’è l'epilessia nel gatto?
Sono 3 le sostanze che controllano l'attività cerebrale dei nostri aMici. Il glutammato e l’acido aspartico stimolano le cellule nervose, mentre l'acido gamma-aminobutirrico inibisce i neuroni. Quando c'è uno squilibrio tra eccitazione e inibizione, la conseguenza purtroppo è una crisi epilettica.
Una crisi epilettica si sviluppa in 4 fasi, che differiscono notevolmente nei loro sintomi:
- Fase prodromica:nelle ore e nei giorni prima dell’attacco epilettico il gatto diventa estremamente irrequieto.
- Aura o fase pre ictale:in questa fase molti gatti manifestano un aumentato bisogno di vicinanza con il loro umano, mentre altri si comportano in modo strano, più timidi o aggressivi del solito.
- Ictus:l’attacco epilettico vero e proprio, nelle sue manifestazioni visibili.
- Fase post ictale: è il periodo di recupero, durante il quale il gatto i gatti è esausto e dorme per molte ore di fila.
Se si verificano 2 crisi epilettiche a distanza di 24 ore, si parla di epilessia.
I sintomi: come si manifesta l’epilessia nel gatto?
Nell'ictus e spesso anche nelle altre fasi dell’episodio epilettico, si notano i seguenti segnali:
- Cadute improvvise e spasmi tonici (muscoli contratti) e clonici (contrazioni muscolari intermittenti)
- Estensione degli arti
- incoscienza
- Minzione e defecazione involontarie
- Allucinazioni (indicate da un aumento dei miagolii, dal mordersi la coda o dal correre senza meta)
- Movimenti di masticazione e aumento della produzione di saliva
- Cambiamenti a livello caratteriale
Va detto che le crisi epilettiche non sono tutte uguali. Inoltre si distinguono 2 diverse forme di crisi epilettica nei gatti:
Epilessia a grappolo
Quando si verificano 2 o più crisi epilettiche nelle 24 ore il medico parla di epilessia grappolo o in serie. In questo caso è fondamentale portare il gatto nel più vicino ambulatorio medico veterinario. Sfortunatamente, la crisi a grappolo spesso si trasforma in uno stato epilettico conclamato, vale a dire nella malattia, che è una condizione pericolosa per la vita stessa del gatto.
Stato epilettico
Lo stato epilettico è una crisi epilettica nella quale il gatto perde conoscenza per più di 5 minuti. Come accennato in precedenza, se il pelosetto non riprende conoscenza, tra una crisi e la successiva, l’episodio epilettico seriale può diventare uno stato epilettico vero e proprio. Per questo motivo, anche lo stato epilettico è un'emergenza.
Le cause dell’epilessia: perché il gatto si ammala?
I veterinari distinguono tra la forma congenita o idiopatica dell'epilessia e l'epilessia secondaria o acquisita. Contrariamente ai cani, la forma congenita è piuttosto rara, tra i nostri aMici. L'epilessia secondaria, invece, è molto più comune.
L'epilessia acquisita si verifica a causa di insufficiente apporto di ossigeno oppure come conseguenza di danni a carico del tessuto nervoso. La causa può risiedere, ad esempio, in una o più infezioni batteriche o virali le quali hanno determinato un’infiammazione del cervello (encefalite) o una meningite.
Tuttavia, l'epilessia secondaria nei gatti è causata molto più frequentemente da malattie tumorali o lesioni.
Visto che le convulsioni non sempre hanno origine nel cervello, se la causa delle convulsioni nel gatto si trova al di fuori del cervello, si parla appunto di epilessia extracerebrale.
Le possibili cause includono malattie come l’insufficienza renale, patologie a carico del fegato, il diabete mellito o ipertiroidismo. Anche l'avvelenamento, ad esempio quello da farmaci, scatena spesso le convulsioni. Così come le carenze vitaminiche e nutrizionali (soprattutto la carenza di vitamina B1), che di solito causano l'epilessia extracerebrale.