Diagnosi
La diarrea non dovrebbe mai essere sottovalutata in quanto comporta una perdita massiva di liquidi e di elettroliti che può portare a situazioni potenzialmente letali. Al fine di avviare una terapia mirata, riveste un’enorme importanza la possibilità che il proprietario effettui un racconto dettagliato dei sintomi e delle condizioni del gatto (anamnesi) al medico veterinario.
Per formulare una diagnosi corretta, sono fondamentali anche altre informazioni quali quelle relative ad un eventuale rapido cambio di alimentazione, all'assunzione di sostanze potenzialmente tossiche e alla durata del sintomo stesso (ossia da quanti giorni il gatto ha la diarrea). A seconda della storia clinica dell’animale, è importante valutare le sue condizioni generali: prima di introdurre ulteriori misure diagnostiche, infatti, occorre regolarizzare la circolazione, ad esempio mediante terapia infusionale.
Se la circolazione del gatto malato è regolare, il veterinario può iniziare la visita specifica. Un esame ematologico è in grado di rivelare molto sulla possibile causa del sintomo in base alla concentrazione di varie cellule immunitarie (ad es. granulociti o linfociti), delle piastrine e dei globuli rossi (eritrociti). Ad esempio, l'aumento dei granulociti eosinofili (eosinofilia) è il segno di un’infestazione parassitaria o di una reazione di tipo allergico.
A supporto del sospetto di un evento infettivo in corso, si può avviare un esame delle feci a livello parassitologico, batteriologico e virologico. Metodi di imaging come i raggi X o gli ultrasuoni possono essere utilizzati come ulteriore opzione diagnostica. In questo modo, è possibile identificare la presenza di eventuali corpi estranei ingeriti dall’animale o altre mutazioni a livello degli organi interni.
Se si possono escludere sia cause di natura infettiva sia l’avvelenamento, è possibile diagnosticare la diarrea cronica correlata all’alimentazione attraverso quella che viene definita “dieta di eliminazione” (ossia la scelta di eliminare del tutto il cibo somministrato precedentemente). Nel caso in cui il quadro clinico migliori nel giro di breve tempo, si passa a provocare l'intolleranza alimentare o l'allergia offrendo nuovamente all’animale l’alimento precedente.
Se la condizione di salute dell’animale peggiora di nuovo, si tratta di un chiaro segno di diarrea correlata alla dieta.