{"url":"https://www.zooplus.it/magazine/gatto/salute-e-cura-del-gatto/il-raffreddore-nel-gatto-scopriamo-i-sintomi-e-la-cura","title":"Il raffreddore nel gatto: scopriamo i sintomi e la cura","mag_id":224235,"is_single":true,"cat_name":"Gatto","sub_cat_id":993,"sub_cat_name":"Salute e cura del gatto","cat_id":542}
Una cuccia calda dove riposare sarà di grande aiuto per il tuo gatto alle prese con il raffreddore.
Non appena i primi freddi si fanno sentire, iniziamo tutti a starnutire, tossire e soffiarci il naso. Ma cosa fare se è il tuo micione ad essersi preso un brutto raffreddore? E soprattutto, dobbiamo già temere che si tratti di una rinotracheite virale al primo starnuto? Questo articolo ti aiuterà a fare chiarezza e a capire come intervenire nel modo migliore quando si tratta di raffreddore nel gatto.
Quanto può essere pericoloso un raffreddore per il mio gatto?
Ad un gatto adulto, vaccinato e con un buon sistema immunitario, un raffreddore non dovrebbe causare particolari problemi: con un po’ di riposo e le cure necessarie, i sintomi passeranno nel giro di pochi giorni e il tuo micione ritroverà la sua vivacità. Ma per un cucciolo o per un soggetto con un sistema immunitario debilitato anche un semplice raffreddore può diventare pericoloso: complicazioni come una sovrainfezione batterica o una polmonite possono farlo degenerare in una malattia anche mortale.
Sintomi: come capisco se il mio gatto è raffreddato?
I sintomi del raffreddore, nel gatto, non sono molto diversi da quelli che compaiono negli esseri umani. Tra i più comuni troviamo infatti:
Se il tuo gatto ha la febbre o le secrezioni nasali e dagli occhi prendono una colorazione giallastra, ti consigliamo di contattare con urgenza un veterinario. Lo stesso vale se i sintomi del tuo pelosetto durano più di un paio di giorni.
Il raffreddore nel gatto: come si effettua la diagnosi?
Durante la visita, il veterinario ti farà alcune domande sulle condizioni del tuo pelosetto e raccoglierà così già un bel po’ di informazioni importanti per la diagnosi. I dati relativi alla sua situazione vaccinale, alla sua provenienza ma anche all’ambiente in cui vive attualmente possono rivelarsi utili per escludere, eventualmente, altre patologie.
Il veterinario controllerà poi i parametri vitali del gatto per valutare le sue condizioni di salute e, dopo questi primi esami, potrebbe decidere di effettuare un tampone nasale e/o agli occhi, per poter così conoscere con precisione gli agenti patogeni responsabili dei sintomi che infastidiscono il tuo amico di zampa. Se le condizioni del tuo povero pelosetto fossero particolarmente gravi, il veterinario potrebbe prescriverti anche degli esami del sangue e una radiografia addominale.
Terapia: cosa posso fare se il mio gatto ha il raffreddore?
La maggior parte delle volte basteranno un po’ di riposo e di coccole perché il tuo adorato micio si riprenda in pochissimo tempo. Fai in modo che abbia una cuccia sempre calda a disposizione e assicurati che beva molto. Se mangia poco, puoi provare a fargli tornare l’appetito offrendogli degli alimenti o snack particolarmente gustosi.
Se i sintomi persistono per più giorni e non vedi segni di miglioramento potrebbe essere necessario intervenire con una terapia farmacologica, mirata a combattere le cause dell’infezione ma anche ad eliminare i sintomi. La terapia sarà naturalmente tarata sulla base dell’agente patogeno individuato:
Terapia antivirale: farmaci antivirali come ad esempio aciclovir o interferone
Sovrainfezioni batteriche: antibiotici da valutare in base al test di resistenza (unguento oftalmico o pastiglie)
Assunzione di liquidi a sufficienza: via endovenosa, alimenti umidi
Come per noi umani, anche per i gatti i maggiori responsabili del raffreddore sono i virus: un sistema immunitario indebolito dal freddo, dallo stress, da un’alimentazione scorretta o da altre patologie croniche ha meno difese per contrastarli. Una battaglia che è facile perdere soprattutto quando la mole di virus da combattere è grande, ad esempio a causa del contatto con molti altri gatti ammalati.
Le mucose del povero micio caduto preda dei virus sono quindi particolarmente sensibili agli attacchi di altri nemici, ossia i batteri: è così che un semplice raffreddore, assolutamente virale, si trasforma in una forte rinorrea, con un’elevata produzione di muco, spesso molto densa e giallastra. Nel peggiore dei casi può anche degenerare in polmonite.
Quando il gatto è raffreddato, si può parlare automaticamente di influenza felina?
In linea generale, quando un gatto è raffreddato si ritiene che sia affetto da una influenza felina. Ma attenzione, quando il veterinario parla della tanto temuta influenza felina, si riferisce ad un insieme complesso di virus e batteri: un povero micio che si contagi con uno o più di questi virus e batteri è un gatto alle prese con una vera e propria influenza. Si tratta di una malattia infettiva molto contagiosa, assolutamente da non confondersi con un semplice raffreddore.
Sul web sono reperibili molte informazioni sull’influenza felina: ti consigliamo comunque di chiedere sempre un parere al tuo veterinario!
Com’è la prognosi?
La maggior parte delle volte, il raffreddore per il gatto è davvero innocuo e scompare velocemente come è arrivato. Ma se il tuo gatto è spesso raffreddato, non prendere la cosa sotto gamba: un accumulo di infezioni virali non trattate può comportare problemi di salute molto più gravi, rivelandosi perfino fatale.
Profilassi: posso evitare che il mio gatto prenda il raffreddore?
In generale, le seguenti precauzioni possono aiutarti a proteggere il tuo micio dal raffreddore:
Pulisci regolarmente le sue ciotole e la lettiera con acqua molto calda e detergenti appositi.
Evita il contatto con altri gatti ammalati
Non farlo uscire quando il clima è particolarmente freddo e umido
La miglior profilassi, in ogni caso, resta il vaccino, disponibile a protezione di alcuni virus responsabili del raffreddore, come l’herpesvirus (FeHV-1), il calicivirus (FCV) e la clamidiosi felina. È possibile che la vaccinazione non impedisca totalmente il contagio, ma sarà comunque un prezioso alleato nel prevenire gli esiti gravi della malattia.
Questo articolo di zooplus Magazine è puramente informativo. Se il tuo animale presenta malessere e fastidi, contatta il tuo veterinario per diagnosi e cure.
Scheda del raffreddore nel gatto
Definizione:
condizione temporanea che determina sintomi simili a quelli influenzali
Sintomi:
secrezioni nasali e starnuti
tosse e raucedine
lacrimazione eccessiva e congiuntivite
inappetenza
malessere generale
a volte anche febbre
Cause:
sistema immunitario indebolito dal freddo
difese basse a causa dello stress
alimentazione scorretta (indebolimento generale del sistema immunitario)
patologie croniche
contatto con altri gatti malati
Strumenti diagnostici:
dopo una prima anamnesi approfondita, il medico passa a controllare i parametri vitali del gatto, quindi può decidere di effettuare un tampone nasale e/o agli occhi, per poter isolare gli agenti patogeni. Nei casi più gravi vengono prescritti anche esami del sangue e una radiografia addominale.
Intervento chirurgico:
no
Terapie:
Sono diverse le possibili terapie che il medico può decidere di avviare. In generale, le principali sono:
Terapia antivirale (a base di antivirali come ad esempio aciclovir o interferone)
Antibiotici (in base al test di resistenza) sotto forma di pomate o compresse
Assunzione di liquidi (se necessario per infusione)
Farmaci contro la tosse o aerosol
Farmaci antinfiammatori
Terapie per rinforzare il sistema immunitario
Vaccinazione:
sì
Prognosi:
molto buona, se si tratta di una condizione superficiale e molto sporadica. In caso di continui raffreddori, invece, la prognosi può essere anche molto severa (a causa del reiterarsi di infezioni virali).
Prevenzione:
Pulisci regolarmente ciotole e lettiera
Evita il contatto con altri gatti ammalati
Non farlo uscire quando il clima è particolarmente freddo e umido
La miglior profilassi, in ogni caso, resta la vaccinazione, disponibile a protezione di alcuni virus responsabili del raffreddore come l’herpesvirus (FeHV-1), il calicivirus (FCV) e la clamidiosi felina.
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Franziska G., Veterinario
Mi sono laureata in Medicina Veterinaria all’Università Justus-Liebig di Gießen, in Germania, e ho maturato una vasta esperienza in diversi ambiti quali la medicina clinica per piccoli animali, la pratica veterinaria per animali di grossa taglia e per animali esotici, approfondendo le mie conoscenze in fatto di farmacologia, patologia e igiene alimentare. Da allora svolgo attività come autrice non solo di testi di argomento veterinario ma anche in quello che è l’ambito della mia dissertazione scientifica. Il mio obiettivo è quello di riuscire a proteggere meglio gli animali dagli agenti patogeni di tipo batterico. Oltre alle mie conoscenze mediche, mi piace condividere la mia felice esperienza di proprietaria di un cane: in questo modo posso comprendere da vicino e allo stesso tempo fare chiarezza sulle principali problematiche che riguardano la salute degli animali.
Come è noto, non è difficile calcolare l’età di un cane: un anno di un cane equivale all’incirca a sette anni di una persona, fermo restando che hanno una certa incidenza anche la razza e il peso del cane. Ma come si fa a calcolare l’età di un gatto? E soprattutto quanto a lungo vivono i gatti? Da che età un gatto può essere considerano anziano?
Quanto a lungo crescono i gatti e quanto grandi diventano? Da un lato, dipende dal loro corredo genetico, dall'altro la crescita è influenzata anche da elementi esterni quali la nutrizione. Scopriamo insieme le fasi della crescita del gatto. Conoscendo questo processo, potremo regalare ai nostri gattini un perfetto avvio verso una vita sana, e supportarli nel migliore dei modi nella loro fase adulta.
Ci sono ben poche cose al mondo più tenere di una cucciolata di gattini. Purtroppo però è raro che tutti quei dolci micetti trovino una casa accogliente in cui vivere. Se i gatti sono lasciati liberi di riprodursi, quasi certamente si mettono al mondo tante vite misere e infelici.