Diagnosi e test allergici
Purtroppo le allergie alimentari nel gatto non sono una patologia diagnosticabile in quattro e quattr’otto, nonostante al giorno d’oggi diversi laboratori d’analisi propongano di individuarle tramite un prelievo di sangue.
Il nostro consiglio è di starne alla larga: nella pratica infatti questa tecnica diagnostica non si è dimostrata assolutamente efficace, soprattutto nel caso delle allergie alimentari, appunto.
La diagnosi di allergia alimentare può essere paragonata ad una sorta di puzzle.
Il veterinario inizierà anzitutto a fare alcune distinzioni, cercando di capire ad esempio se il prurito del micio può essere ricollegato ad un disturbo stagionale.
Se il tuo gatto concentra il periodo in cui passa la giornata a grattarsi con forza nei mesi primaverili, è probabile che il problema non sia in quello che mangia, bensì nel pollini. Se il prurito persiste tutto l'anno, invece, potrebbe trattarsi proprio di un'allergia alimentare.
Se dopo una prima anamnesi e un controllo dei sintomi il sospetto che il tuo pelosetto abbia sviluppato un’allergia alimentare appare ancora più fondato, il medico formulerà una terapia appropriata.
Ci sono rimedi per le allergie alimentari nel gatto?
La terapia principale, e più efficace, è la cosiddetta dieta di esclusione.
L’obbiettivo, inizialmente, deve essere solo uno: individuare l’ingrediente responsabile dei fastidi del povero peloso.
Ecco quindi che nelle prime otto settimane di dieta, il gatto potrà mangiare un tipo di alimento contenente una sola fonte specifica di proteine e carboidrati, mai assunta in precedenza.
È importante durante la dieta di esclusione il micio non mangi null’altro oltre a quanto indicato dal veterinario che lo ha in cura.
Devi essere scrupoloso e coerente al limite dell’ossessivo, assicurandoti che nessuno intervenga a modificare l’alimentazione del tuo pelosetto, nemmeno con un piccolissimo snack.
La ricerca dell'allergene può essere particolarmente lunga e difficoltosa, ad esempio se il tuo gatto fino ad ora era abituato a mangiare di tutto e variava quindi spesso e volentieri il suo menù.
In tal caso potrebbero rivelarsi necessari diversi tentativi e modifiche della dieta con nuove fonti di proteine e carboidrati.
Il nostro consiglio è quello di applicare alla lettera le prescrizioni del veterinario: anche solo assaggiare una punta di panna dal tuo dito potrebbe vanificare il lavoro e gli sforzi fatti finora, costringendo te e il tuo amico di zampa a ricominciare tutto da capo. Non ne vale certo la pena, no?
In alternativa, in commercio si trovano anche alimenti speciali contenenti proteine idrolizzate, in cui la fonte proteica è già stata scomposta a tal punto che l'organismo non la riconosce più come tale.
Consiglio: se nella tua famiglia convivono più gatti, è meglio coinvolgere tutti nella stessa dieta di esclusione.
Preferisci che ogni peloso abbia il suo specifico alimento? Prova ad utilizzare un pratico distributore automatico di alimenti, naturalmente con microchip!
I passaggi successivi
Se nelle settimane successive alla dieta di esclusione i sintomi scompaiono, è molto probabile che si tratti di proprio di un'allergia alimentare.
Ma come averne la certezza? La prova definitiva sarebbe il cosiddetto “test di provocazione”, che prevede di somministrare nuovamente al micio il vecchio alimento, seppur per un brevissimo periodo.
La ricomparsa dei sintomi decreta la diagnosi di allergia alimentare al 100%. Non sempre però ha senso rischiare di far star di nuovo male il povero micio, proprio appena ha ritrovato la sua serenità.
Se i sintomi che affliggono il tuo peloso sono particolarmente forti e fastidiosi, il veterinario potrebbe consigliarti alcuni farmaci per alleviarli, naturalmente in concomitanza alla dieta di esclusione.
Il cortisone, ad esempio, aiuta a contrastare il prurito ed è inoltre molto utile per prolungare il periodo di efficacia della dieta di esclusione.
In caso di infezioni batteriche secondarie, invece, il veterinario aggiungerà una terapia antibiotica (non prima, però, di aver sottoposto il micio a un test di resistenza).