Dormire con il gatto nel letto: pro e contro

Dormire con il gatto nel letto

Spesso dormire insieme al proprio gatto non è solo una questione di comodità.

Dormire con il gatto nel letto? Il tema è particolarmente controverso: i pareri si dividono infatti nettamente tra chi è favorevole e chi è contrario. Questo articolo riassume i pro e i contro della questione, per aiutarti a decidere se permettere al tuo amato felino di fare il pieno di coccole anche durante la notte.

Quali sono i vantaggi di far dormire il gatto nel letto?

È noto che tra i super poteri dei gatti c’è anche quello di infondere nell’uomo pace e serenità. Chi non sarebbe felice di addormentarsi con il calduccio del proprio micio sui piedi e aprire gli occhi al rumore delle sue fusa?

Sono proprio le fusa, infatti, ad avere un effetto quasi curativo, svolgendo un’azione rilassante sul sistema nervoso umano.

Ma i vantaggi non sono certo solo per te. Si sa che i gatti amano il caldo e sono quindi naturalmente attratti dalle soffici coperte distese sul letto. Quando poi nel letto ci sei anche tu, la tentazione diventa semplicemente irresistibile.

Dormire con il gatto nel letto, inoltre, rafforza notevolmente il legame tra animale e umano.

Svantaggi: perché è meglio che il mio gatto non dorma insieme a me?

Naturalmente anche chi non è favorevole a dormire con il gatto nel letto ha le sue buone ragioni. Il motivo principale, come è facile immaginare, è di natura igienica e il pelo che il micio può lasciare tra le lenzuola è solo il primo esempio.

Se il gatto vive anche all’esterno non potrai evitare che al rientro in casa porti con sé un po’ di sporcizia. È pur vero che i gatti sono animali estremamente puliti e attenti alla propria igiene, ma è ovvio che nemmeno la seduta di bellezza più accurata può rimuovere ogni granello di polvere. Senza considerare che il simpaticone potrebbe decidere di lavarsi a fondo proprio sul tuo comodo letto!

Se in casa vivono persone allergiche ai gatti o che soffrono di asma, meglio tenere il gatto a debita distanza dalle camere da letto. Anche la culla del bimbo dovrebbe essere tabù per il tuo peloso.

Il problema della sporcizia, comunque, non è nulla al confronto con i parassiti. Chi vorrebbe trovarsi a scorgere pulci o ancora peggio zecche tra le pieghe delle lenzuola?

Un contatto molto stretto il gatto potrebbe trasmettere questi fastidiosi esserini anche all’uomo, causando nella peggiore delle ipotesi anche importanti malattie, come la Borreliosi.

Per chi sceglie di dormire con il gatto nel letto, quindi, la regolarità nella profilassi antiparassitaria è semplicemente d’obbligo.

Secondo alcuni studi, inoltre, dormire con il gatto nel letto non migliorerebbe la qualità del sonno, contrariamente a quanto non fa invece la presenza del cane. Questo perché i gatti si adattano molto meno al ritmo sonno-veglia umano: in natura, infatti, i felini sono attivi soprattutto di notte e nelle primissime ore del mattino, proprio quando noi umani dormiamo più profondamente.

Un gatto dorme in media 16 ore al giorno.

Come posso convincerlo a dormire da solo?

Il metodo più efficace per evitare che il gatto salga sul letto è anche il più semplice: non permettergli mai di dormire insieme a te, sin dal primo giorno della vostra vita insieme.

È naturale che appena arrivato a casa, in un ambiente per lui del tutto nuovo, il micio cerchi la tua presenza, soprattutto nel silenzio della notte. Se il suo dolce miagolio ti farà cedere, tornare indietro potrebbe essere davvero complicato.

Magari invece inizialmente ti faceva piacere dormire con il gatto nel letto ma adesso hai capito che ti svegli ancora più stanco e vuoi provare a fargli cambiare abitudine. In questo caso l’impresa potrebbe rivelarsi difficile … ma non impossibile.

Convincere il gatto a dormire da solo: come riuscirci?

Se hai un gatto, conosci bene una delle sue principali caratteristiche: la testardaggine. Ma contrariamente a quel che si può pensare, educare un gatto è possibile.

Elementi fondamentali sono pazienza, coerenza, una comoda cuccia come alternativa e naturalmente qualche snack di ricompensa.

Allontanare il gatto dalla tua camera con un sonoro “No” tutte le volte che tenta di varcare la soglia, non ti porterà da nessuna parte, se non di nuovo sul letto. Meglio invece prenderlo in braccio con dolcezza e metterlo nella sua nuova cuccia, premiandolo con qualche carezza e una buona ricompensa.

Non perderti d’animo e continua così, perseguendo con tenacia il tuo obiettivo: il tuo micio ti stupirà e in breve tempo capirà da solo dove andare, ancora prima che tu possa aprire la bocca per il solito “No”.

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L’ultima spiaggia: chiudere la porta della stanza

Se tutti i tuoi sforzi educativi sono inutili o se il tuo furbone aspetta che tu ti addormenti per infilarsi sotto le coperte, hai ancora una cartuccia a disposizione: chiudere la porta della stanza da letto.

In questo caso, preparati ad affrontare almeno un paio di notti davvero irrequiete.

È normale che il piccolo felino non capisca come mai quella zona è improvvisamente tabù e tenti di farsi aprire ad ogni costo. Purtroppo anche qui non hai alternative ad essere rigido e coerente: molto probabilmente basteranno due o tre notti perché il tuo peloso se ne faccia una ragione e si accoccoli sul divano o sul tappeto di fianco al calorifero in attesa del mattino.

La soluzione migliore: una comoda cuccia tutta per lui

Tra le tantissime cucce per gatti disponibili sul mercato, non avrai certo difficoltà a trovarne una che possa accogliere il tuo amico di zampa durante la notte, e magari per gran parte del giorno.

Un suo lettino personale farà sentire il gatto sicuro e protetto, sia di notte che di giorno. Un luogo in cui rifugiarsi è fondamentale per il benessere generale del gatto.

Se ne hai la possibilità, crea diversi giacigli in cui il tuo peloso possa accoccolarsi durante la giornata: al mattino potrebbe infatti fargli piacere stare alla luce diretta del sole, mentre alla sera rannicchiarsi di fianco al termosifone. Tra le tante possibilità ci sarà sicuramente anche quella perfetta per sua maestà, il gatto.

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Quello che conta è il benessere del gatto

Per quanto difficile possa essere, la cosa migliore che puoi fare è mettere da parte i tuoi sentimenti e concentrarti sull’unica cosa importante in questo momento: il benessere del tuo gatto. Sei responsabile per lui, che dipende in tutto e per tutto dalle tue cure, soprattutto in questi suoi ultimi giorni di vita. Purtroppo non ci sono regole né tabelle che ci facciano capire con esattezza quale sia la qualità di vita accettabile per un gatto. Tutto dipende dalla situazione e dalle caratteristiche individuali. Un micetto con una mente calma e un carattere resiliente potrebbe essere in grado di affrontare abbastanza bene persino una paralisi e le restrizioni di movimento dovute a questa infermità. Anche i gattini ciechi possono condurre una vita felice. D'altra parte, i nostri amici felini sono veri e propri maestri nel nascondere il dolore, quando soffrono. Sono capaci di “far finta di niente” per molto tempo: per questo non è affatto facile capire quanto stia davvero soffrendo un gatto e quando sia il momento giusto lasciarlo andare. Ecco quali sono i segnali che possono significare che il tuo gatto prova forte dolore:
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  • si ritrae quando ti avvicini e in generale sembra apatico
  • determinate situazioni e contatti fisici lo fanno reagire in maniera aggressiva
È chiaro che il dolore in sé non è certo un motivo valido per porre fine alla vita del tuo micetto. L'eutanasia del gatto è un’opzione sensata se e solo se non ci sono più possibilità di trattare il dolore o la malattia del tuo pelosetto così da concedergli una qualità di vita accettabile.

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